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ToggleLa tua professione non è ciò che ti fa portare a casa la tua paga. La tua professione è ciò che sei stato messo al mondo a svolgere con tale passione e intensità che diventa spirituale nella sua chiamata.
Queste parole di Vincent Van Gogh, sono delle parole che mi ispirano e che rappresentano me stessa e il mio business più di qualsiasi altra. Credo infatti che siamo su questa Terra per un motivo, in continua evoluzione, alla ricerca di una nuova versione di noi stessi: quella che ci rende felici e nella voglia di migliorarsi ogni giorno. Ed è un desiderio che ritrovo anche nelle professioniste che iniziano un percorso di Personal Branding insieme a me.
Se sembra che ci stiamo allontanando dal tema dell’Identità Visiva che c’è nel titolo, il discorso è invece molto più vicino di quanto possa sembrare: lavorare ad un’identità visiva – che sia una nuova identità da creare o da ritrovare nel caso di un rebranding – è un percorso che porta da un punto A ad un punto B che si fa portatore di un messaggio preciso, di quella chiamata spirituale della tua professione.
Identità visiva o visual identity: che cos’è?
L’insieme di forme, colori, caratteri tipografici, ma anche il logo, le immagini, i pattern e le texture che rendono il tuo brand riconoscibile anche da mille miglia.
Tutti gli elementi scelti devono essere coerenti con la personalità del brand, con il suo posizionamento e il messaggio che si vuole trasmettere al pubblico di riferimento.
Puoi già intuire che per creare un’identità visiva non basta scegliere i colori preferiti, prendere ispirazione su Pinterest e incominciare e lanciare i nostri messaggi in giro per il mondo o nei mari della comunicazione online.
Il lavoro da fare per un’identità visiva forte e riconoscibile è quindi molto più profondo: si tratta di equipaggiare il brand di un’identità visiva unica, ragionata e ispirata, che sappia farsi ricordare e che rifletta quella luce negli occhi che ti accompagna nel lavoro.
Gli elementi dell’identità visiva: ecco quali sono
Avviciniamoci ora agli elementi dell’identità visiva per conoscerli meglio, uno ad uno.
I Colori
Se pensiamo al brand Tiffany, verrà in mente il color turchese, proprio quel blu…Tiffany. Coca Cola invece farà venire in mente il rosso dell’etichetta e il nero del Wordmark (il logo con solo del testo). O come dimenticare il tipico color lilla di Milka, il primo colore-marchio protetto legalmente in Europa.
Sì, un colore non è mai solo un colore: è molto di più, che insieme ad altri colori (al massimo altri 2 o 4) crea una palette, cioè un sistema di colori che rendono riconoscibile un brand.
Come scegliere i colori giusti? In base all’ispirazione del momento o in base a quelli preferiti? La scelta dei colori per l’identità visiva dipende dal posizionamento, dalla tua personalità e dal pubblico che vuoi incontrare nel tuo percorso di Personal Branding.
Ti faccio un esempio, quando ho scelto la palette di colori per l’Identità Visiva di Giancarla Zaino Marciano (forse tu la conoscerai come Copy a puntino), volevo che questa rappresentasse la cura, l’umanità e la vicinanza che contraddistingue il suo lavoro, ma anche la sua spontaneità e pragmatismo. Lo scopo non era solo quello di rappresentarla nella sua personalità, ma anche di generare un cambiamento, attraverso l’uso dei colori: aiutarla a raggiungere un target diverso, rispetto a passato; uno che si lasciasse guidare di più, che fosse aperto ad un dialogo collaborativo, costruttivo e umano.
Forse ti sorprenderai, ma è esattamente quello che è successo, dopo il nostro lavoro insieme. Strano cosa possono fare i colori, vero?
La tipografia
Così come accade per i colori, la scelta tipografica ricade su varie tipologie di font. Esistono font con le grazie (o serif), che ha degli allungamenti alle estremità e font senza grazie (sans serif o bastoni), che non ha tratti alla fine delle estremità e ogni carattere trasmette, come anticipa il nome stesso, un carattere inteso come personalità.
Esistono infatti font più giocosi e informali come il Comic Sans, altri più eleganti come il Romana Backer, amichevoli come il Roboto o seriosi come il Times New Roman. La scelta dipende quindi da cosa si vuole comunicare. Facciamo un esempio: se il brand vuole comunicare modernità, semplicità, molto probabilmente la scelta ricadrà su tutti font senza grazie, che comunque creano contrasto tra loro.
In linea generale, i font Serif (con grazie) esprimono a primo impatto eleganza, lusso, raffinatezza e rassicurazione. Quelli Sans Serif– o bastoni, invece – quasi sempre modernità, chiarezza, ordine e pulizia.
Il Logo
È considerato l’elemento chiave dell’identità visiva, l’espressione massima di ogni brand. Attenzione però a non inciampare nel falso mito che il logo sia tutta l’identità visiva: da solo, un logo può fare ben poco. Perché il logo è un elemento che propaga un determinato messaggio insieme a delle specifiche emozioni, che perde la sua efficacia se si affianca ogni volta a dei font e colori diversi.
In fondo, riusciresti ad immaginare il logo di Starbucks che si accompagna a scelte tipografiche o colori sempre diversi? Lo stile, quindi anche il messaggio, sarebbe ogni volta del tutto diverso.
Lo stile fotografico
A proposito di stile, anche le fotografie fanno emergere un messaggio ben preciso in base al soggetto della foto e alla sua posa, ai colori che caratterizzano lo scatto, ai filtri che possono essere più scuri e drammatici fino ad arrivare a filtri più chiari per richiamare atmosfere eteree.
Servono tutti questi elementi per una visual identity forte?
So che a questo punto – se sei qui e hai letto tutti i punti precedenti – creare una visual identity potrebbe spaventare, perché gli elementi su cui lavorare sono molti. Quindi voglio rassicurarti: il lavoro sull’identità visiva può partire dalla scelta di font e colori, indispensabili per una base coerente e salda.
Successivamente, possono aggiungersi anche il logo, pattern e forme per un’identità più completa e riconoscibile.
Qualche tempo fa avevo realizzato un post sull’Identità Visiva: approda su instagram per salvarlo e tornare a sbirciare gli elementi della brand identity ogni volta che vorrai.
Come si definisce l’identità visiva
per il personal brand?
Partendo da te: ogni elemento (dai colori allo stile fotografico) deve rappresentare te, ciò che sei, le tue scelte e il messaggio che vuoi lasciare alle persone che incontri.
Come si fa a scegliere gli elementi giusti? Ci vuole tanta consapevolezza del progetto e di se stesse, perché partire conoscendo chi sei, il tuo modo d’essere, ciò che ami e delle zavorre di cui fai volentieri a meno. Tutto questo riflette la tua identità visiva facendo emergere i tuoi tesori nascosti, perché dietro al tuo brand ci sei tu.
Per definire la tua identità visiva, ad esempio, puoi ragionare partendo da questi punti:
- qual è la mia missione? quali valori mi rendono quella che sono?
- quale valore aggiunto porto attraverso il mio lavoro?
- perché faccio questo lavoro?
- quali sono i miei riferimenti visivi preferiti? (opere, film, telefilm, fotografia ecc).
Puoi pensare di raccoglierli in una moodboard ispirazionale.
Sono domande alle quali rispondere con molta calma per una riflessione profonda. Perché conoscersi un po’ di più – per poi definire un’identità visiva – è una scoperta che richiede tempo, si fa pian piano, remata dopo remata per arrivare alla meta finale: la tua identità visiva forte e ispirata che ti accompagna e rifletta quella luce negli occhi per il tuo lavoro.