C’è chi pensa che il branding sia un tutt’uno con il marketing. C’è addirittura chi scrive che il personal branding sia “l’arte di vendere se stessi”. E ci sarebbero tante altre stranezze fantastiche da elencare che leggo in giro sul web.
Se rimaniamo con la mente ferma alla concezione del “vendere se stessi” siamo a migliaia di miglia di distanza da ciò che è davvero il Personal Brand.
La mia definizione preferita è quella che ho cercato negli anni, con il mio lavoro: fare personal branding è trovare la giusta rotta per comunicarsi in modo da incontrare nel viaggio le persone giuste, con le quali stabilire connessioni, alle quali fare una promessa e realizzarla con il proprio lavoro.
Per raggiungere le persone giuste il personal branding va in profondità: si tuffa nelle loro emozioni, sul modo in cui un (potenziale) cliente vuole sentirsi. Che sia sentirsi in un porto sicuro o come all’inizio di un viaggio per assecondare lo spirito di avventura, che sia accrescere la voglia di libertà o di seguire il proprio spirito ribelle.
Questi stati d’animo e obiettivi delle persone sono solo alcuni esempi di ciò che può accadere, ma ne parleremo meglio nei prossimi articoli.
Oggi invece sono qui per iniziare a spiegare le vele e darti indicazioni su come partire per costruire un business autentico, riconoscibile e umano, senza perdere di vista te stessa. Prima di avventurarci, partiamo da una domanda: perché fare personal branding?
A cosa serve il Personal Branding
Distinguerti e farti conoscere in un mare di brand tutti uguali, ma anche evitare che siano gli altri a definire quello che sei per diventare la protagonista della tua storia.
Il personal branding serve a farti conoscere per entrare in connessione con le persone giuste.
Nomi come Apple o Coca-Cola risuonano familiari in questo senso. Entrambe le aziende sono l’esempio concreto di come si diventa un brand: grazie ad una strategia che ha portato un valore enorme intorno a loro stesse, superando il valore stesso del prodotto. Sono realtà che amiamo perché ci parlano delle nostre emozioni, dei nostri sogni, di come vorremmo sentirci. Ed è per questo che le amiamo e che sono diventare con il tempo un brand.
Per fare personal branding serve eclissare il prodotto, fino a quasi dimenticarlo per mettere al centro le persone, facendo ruotare intorno a loro conversazioni e instaurare un rapporto duraturo e preservarlo per anni, anche durante momenti bui e di tempeste (un esempio, l’impegno dei brand all’inizio della pandemia).
Bisogna quindi incarnare degli ideali condivisibili, che vanno oltre il mero prodotto fisico. Vendere al solo scopo di guadagnare non è la strada più giusta. ⠀⠀
Come fare personal branding?
5 domande da porti prima di questo viaggio
Avere una mappa da seguire come una strategia ben definita e una bussola, ovvero i valori che ti indicano la rotta è molto importante. Prima però bisogna fare un passo indietro, fare un bel respiro e tuffarsi nel tuo profondo per far emergere le tue caratteristiche. Insomma, andare alla ricerca di tutti quei tesori (spesso nascosti) che brillano dai fondali e che aspettano solo di essere scoperti.
Le prossime 5 domande possono darti una mano per questo piccolo viaggio interiore.
1. Chi sono?
Parti da te, da ciò in cui credi, dai tuoi talenti e le tue competenze. Conoscere chi sei è la premessa necessaria per avere qualcosa da dire e per differenziarsi, ma è un percorso di profonda consapevolezza, che ha bisogno di tempo e riflessione. Insomma, un quesito che non può essere risolto in un pomeriggio o che può essere liquidato con un sì, dai poi ci penso: mettere bene a fuoco chi sei aiuterà a scoprire i tuoi punti di forza e a definire nuove mete, gli obiettivi che vuoi raggiungere.
2. Come farei io questa cosa?
Pensa alla tua attività, a chi fa il tuo stesso lavoro e domandati come faresti una determinata cosa. Questa domanda ti servirà a far emergere la tua unicità e iniziare a fare le cose a modo tuo. Fai attenzione però a non incappare nella trappola del lei ha fatto questa cosa con successo, quindi funzionerà anche con me. Resta coerente con i tuoi valori e chiediti sempre come farei io questa cosa?
3. Qual è la personalità del mio brand?
Nel caso del personal branding, la personalità è allineata al tuo carattere. Anzi, spesso bastano un paio di tratti del tuo carattere. Per definire la personalità del brand, parti quindi dalle tue caratteristiche e orientala anche in base ai clienti che stai cercando di attrarre e al legame che vuoi creare con loro. Un esempio? Se vuoi attrarre dei clienti gentili, potrai far emergere il tuo lato più sensibile, delicato e gentile o dei clienti ribelli se mostrerai il tuo lato più rivoluzionario. Naturalmente, ciò che dovrai seguire sarà sempre la tua indole.
4. Com’è il mio cliente ideale?
Ha gentilezza, sensibilità o ha uno spirito forte e ribelle? Cosa sogna, di cosa ha paura? Crea il profilo del cliente ideale come se fosse l’identikit della persona con cui vuoi lavorare. Questo ti aiuterà ad umanizzare le scelte che prenderai per la tua attività e a comunicare sentendoti allineata.
5. Come posso aiutare il mio cliente ideale?
Se hai letto l’articolo dall’inizio, avrai letto già che le persone non vogliono solo comprare dei prodotti, ma vogliono sentirsi importanti, sentirsi al centro del tuo business in modo da soddisfare i propri sogni e realizzare i loro desideri.
In conclusione
Fare personal branding significa partire dalla conoscenza di se stesse per dar forma al proprio brand scoperta dopo scoperta, così da arrivare alle persone giuste e metterle al centro del tuo business, facendole sentire uniche e speciali. Se si sentiranno felici, sarà un legame duraturo, al riparo da ogni intemperia.
Voglio lasciarti anche un consiglio, che sento dal profondo del cuore: la prima zavorra da lasciare andare da subito, per costruire un brand in grado di splendere, è la convinzione di non essere abbastanza. Per questo, non paragonare il tuo punto di partenza al punto di arrivo di qualcun altro. Piuttosto, goditi in pieno questo viaggio per viverne ogni momento, rimanendo semplicemente te stessa.
